Sommario aprile 2022

Tra gli approfondimenti proposti, l’articolo relativo alle sentenze della Corte di giustizia europea, riguardante la gestione dei rifiuti solidi urbani in Italia ed in particolare degli impianti di trattamento meccanico biologico impiegati denominati TMB, costituisce di fatto un corollario del precedente articolo del medesimo autore, in cui erano stati presi in esame i rifiuti considerati scarti dell’operazione di separazione dell’umido dal secco, applicando ad essi il codice EER 19 12 12, abusando di tale codice, in violazione della decisione 2000/532/Ce, che prevede che a ciascun rifiuto sia assegnato il codice che gli compete. 

Il presente articolo evidenzia invece, riferendosi sempre al medesimo tipo di rifiuto generato nel trattamento di separazione dell’umido dal secco, come le due sentenze della Corte di giustizia e quella del Consiglio di Stato in concreto rilevano come i trattamenti di triturazione e vagliatura dei rifiuti solidi urbani quando il rifiuto umido non viene ad essere stabilizzato sono di fatto fine a sé stessi.

Poiché, i TMB ed i trattamenti in essi svolti non determinano una riduzione del volume dei rifiuti trattati né modificano le loro proprietà originarie questi impianti non sono né adeguati né sufficienti a garantire dei trattamenti idonei a rendere ammissibile lo smaltimento in discarica dei rifiuti solidi urbani secondo quanto stabilito dall’art 7 del D.Lgs. 36/03.

Il secondo approfondimento riguarda la sentenza del Consiglio di Stato relativa alle emissioni di un impianto di cremazione che ha considerato “che i forni crematori con il loro funzionamento producono emissioni inquinanti, … del tutto identiche a quelle prodotte dagli inceneritori e quindi come tali sono assimilabili agli “inceneritori”, che, in base alla normativa del T.U.LL.SS. del 1934 sono “industrie insalubri di prima classe” (lettera C n. 14 dell’elenco di cui al D.M. Sanità 5 settembre 1994).

Il terzo approfondimento riguarda il regime autorizzativo del trattamento dei rifiuti presso gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane tenuto conto dei divieti e delle deroghe previste dall’art. 110 D.Lgs. 152 del 2006.

La giurisprudenza riportata riguarda argomenti di particolare rilevanza: 

  • la Direttiva Seveso e i suoi riflessi sulla normativa italiana sui rifiuti;
  • chi è il soggetto obbligato alla bonifica dei materiali contenenti amianto;
  • il caso fortuito e la condotta negligente a causa dell’omissione di controlli nello scarico di acque reflue superiore ai limiti;
  • i requisiti dei piani e dei programmi per l’applicazione della Direttiva sulla VAS 2001/42/Ce

Tra le nuove norme nazionali vengono riportate:

  • la Deliberazione dell’Albo nazionale gestori ambientali del 7 febbraio 2022, n. 3 che modifica le prescrizioni dei provvedimenti d’iscrizione all’Albo per le categorie 1, 2-bis, 2-ter, 3-bis, 4, 4-bis, 5, 6, 8, 9 e 10;
  • la Comunicazione della Commissione Ue del 4 marzo 2022 alle imprese che intendono importare nell’Ue o esportare dall’Ue nel 2023 sostanze controllate che riducono lo strato di ozono;
  • la Comunicazione della Commissione Ue del 3 dicembre 2021 (2021/C 486/01) sull’applicazione della direttiva 2011/92/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, come modificata dalla direttiva 2014/52/UE, concernente la valutazione dell’impatto ambientale;
  • Regolamento (UE) 2022/384 della Commissione UE del 4 marzo 2022 che modifica l’allegato XIV del regolamento (UE) n. 142/2011 per quanto riguarda l’adeguamento degli elenchi di paesi terzi, territori o loro zone da cui è autorizzato l’ingresso nell’Unione di sottoprodotti di origine animale e prodotti derivati;
  • il Decreto Legislativo n. 197 del 8 novembre 2021 di recepimento della direttiva (UE) 2019/883, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi che modifica la direttiva 2010/65/UE e abroga la direttiva 2000/59/CE;
  • il Decreto Legislativo n. 199 del 8 novembre 2021 di attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. 
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