Relazione speciale della Corte dei Conti Europea del 15 gennaio 2024, n. 2

Relazione speciale 02/2025 della Corte dei Conti Europea del 15 gennaio 2025

Inquinamento urbano nell’UE

Le città hanno aria più pulita, ma sono ancora troppo rumorose

Sintesi

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Nella relazione, la Corte ha verificato se il quadro giuridico esistente sia stato attuato correttamente e se le misure adottate siano state efficaci nel migliorare la qualità dell’aria e ridurre i livelli di rumore nei paesi selezionati (Grecia, Spagna e Polonia) e nelle relative città, ossia Atene, Barcellona e Cracovia.

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Conclusioni

La politica dell’UE mira a ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico. La Corte ha riscontrato che, nonostante le norme dell’UE siano in vigore da molti anni, le azioni intraprese dalla Commissione e dagli Stati membri selezionati non sono state ancora sufficientemente efficaci nel proteggere i cittadini e l’ambiente dall’inquinamento atmosferico e acustico.

Ha rilevato sia risultati positivi che lacune nell’attuazione della legislazione dell’UE in materia di inquinamento atmosferico e acustico nelle tre città selezionate (cfr. paragrafi 22-63). La qualità dell’aria sta migliorando, ma le norme dell’UE a tale riguardo non sono rispettate in modo uniforme nelle tre città selezionate. Le città si sono avvicinate solo di recente ai valori-limite dell’UE, che diventeranno presto più rigorosi, avvicinandosi ai livelli basati su dati concreti raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Ciò significa che nei prossimi anni tali città dovranno intensificare gli sforzi per rispettare le nuove norme dell’UE (cfr. paragrafi 23-29).

Le emissioni di inquinanti atmosferici stanno diminuendo negli Stati membri visitati, ma è improbabile che questi ultimi rispettino i futuri impegni di riduzione a meno che tutte le misure, sia quelle esistenti che quelle supplementari, non siano pienamente attuate ed efficaci (cfr. paragrafi 30-34).

La Corte osserva inoltre che le soglie di segnalazione del rumore riguardano solo la parte della popolazione dell’UE che può essere esposta a livelli nocivi di emissioni acustiche. A livello dell’UE, se da un lato esistono norme in materia di qualità dell’aria, dall’altro mancano valori-limite o valori-obiettivo di riduzione dell’inquinamento acustico (cfr. paragrafi 36-38).

È difficile valutare i progressi compiuti nella riduzione dell’inquinamento acustico, principalmente a causa di lacune e ritardi nella valutazione e nella comunicazione dei livelli di rumore da parte della maggioranza degli Stati membri dell’UE. La mancanza di una mappatura acustica periodica non permette alle autorità di conoscere l’entità del problema e, di conseguenza, l’esposizione dei cittadini a livelli di rumore nocivi (cfr. paragrafi 40-44). Le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente indicano che è improbabile che venga raggiunto il valore-obiettivo per l’inquinamento zero nell’ambito della riduzione dell’inquinamento acustico per il 2030 e che il numero di persone affette da disturbi cronici dovuti al rumore dei trasporti può addirittura aumentare (cfr. paragrafo 45).

La legislazione dell’UE impone alle città di stabilire piani e adottare varie misure per far fronte all’inquinamento atmosferico e acustico. La Corte ha riscontrato che in alcune occasioni i piani d’azione hanno subito un ritardo o non sono stati redatti. Piani d’azione inefficaci impediscono una risposta tempestiva ed efficace all’inquinamento atmosferico e acustico; l’assenza di un piano d’azione può comportare misure non coordinate o addirittura sovrapposizioni tra di esse (cfr. paragrafi 47-55).

La Corte ha riscontrato che le azioni contro il rumore non sono prioritarie nelle città selezionate e, nella migliore delle ipotesi, sono attuate solo parzialmente (cfr. paragrafi 41-42, 44 e 53-55). La Corte ritiene che la mancanza di obiettivi di riduzione del rumore da parte dell’UE disincentivi gli Stati membri dal dare priorità alle azioni per una riduzione efficace dell’inquinamento acustico. Dopo aver confrontato l’efficacia della direttiva sulla qualità dell’aria ambiente e della direttiva sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni con quella della direttiva sul rumore ambientale, la Corte ha concluso che l’esistenza di norme sulla qualità dell’aria e di valori-obiettivo nazionali di riduzione delle emissioni a livello dell’UE ha prodotto effetti positivi in termini di miglioramento della qualità dell’aria (cfr. paragrafi 27-29 e 32).

Raccomandazione – Dare priorità alle azioni contro l’inquinamento acustico

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