Controcopertina Aprile 2024

Fioritura ai piani di Castelluccio di Norcia

Dalla fine di maggio alla metà di luglio, la monotonia cromatica dei pascoli dell’altopiano di Castelluccio di Norcia è sostituita, da un girandola di colori, che variano dal giallo ocra al rosso, dal viola al blu con qualche punta di bianco sparsa qua e là, è lo spettacolo della fioritura che domina l’ampia fascia di terreno alle pendici dei rilievi di Poggio di Croce, di Castelluccio e del Monte Vettore.

Le specie floreali che intervengono in questo spettacolo, che la natura ogni anno rinnova sono innumerevoli: genzianelle, narcisi, violette, papaveri, ranuncoli, asfodeli, viola Eugeniae, trifogli, acetoselle e tante altre.

Lo spettacolo inizia con la fioritura dell’area dei Mergani. che si riempie di fiori spontanei, segue la fioritura dei campi coltivati: in successione. quella del Pian Perduto e dei colli alti e bassi, seminati ogni anno quando la neve si scioglie e dove contemporaneamente si sviluppano le piante che vivono in simbiosi con la lenticchia. Queste, ognuna con i propri tempi di fioritura, fanno mutare continuamente i colori dei diversi appezzamenti di terreno, così i campi non seminati a lenticchia, spezzati da strisce verdi brillanti per il grano, e da quelle viola tenue della lupinella, esaltano l’armonia dei colori.

Così, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, per la fioritura sfalsata dei vari fiori, i colori variano di settimana in settimana, per la fioritura spontanea insieme alla lenticchia delle diverse specie di fiori infestanti che garantiscono però con le loro radici l’umidità necessario per la crescita della leguminosa. Questa, chiamata “lenta” dagli abitanti, è una pianta annuale seminata dopo lo scioglimento della neve, la cui fioritura avviene tra i mesi di maggio e luglio, quando alla fine del mese inizia la raccolta detta “carpinatura”:

Tante sono le piante selvatiche che “contaminano” la coltura della lenticchia, solo per questa infatti i campi sarebbero tutti gialli anche se il suo fiore minuto è bianco con le punte dei petali tendenti al viola nella fase finale.

Verso metà giugno, compaiono perciò le tonalità di bianco della camomilla bastarda (Anthemis arvensis) e del leucantemo (Leucathemum vulgare), poi arrivano i primi papaveri (Papaver rhoeas), che danno il primo tocco di rosso alla piana e poi spuntano le corolle gialle e delicate della senape selvatica (Sinapis arvensis).

Con l’avanzare dell’estate compare poi con lo specchio di Venere (Legousia speculum – veneris), anche la prima gradazione di blu, che può anche virare al violetto ed al celeste, a questo, presto si aggiunge il fiordaliso e la piana si tinge di violetto/blu grazie anche all’azzurro delle genzianelle e al viola delle violette e delle viola Eugeniae, allora un tocco di giallo vivo viene dato oltre che dai narcisi, dalle rapacciole, dalla colza, e dalla veccia, mentre il bianco spetta solo alle margherite, alle acetoselle e agli invisibili fiori delle lenticchie.

Completano la scena il verde dei trifogli, dell’erba medica e della lupinella e di tutte le altre piante non “mature”, come farro, grano e la roveja, i ranuncoli e i vari tipi di asfodeli con i loro colori variegati quando con la maturità di tutti i fiori, ai primi di luglio la fioritura raggiunge il suo massimo splendore.

I Piani di Castelluccio, situati a circa 1.350 m s.l.m, dominati dalla Cima del Redentore alta 2448 metri, sono un altopiano carsico-alluvionale dell’Appennino Umbro-Marchigiano costituiti da un versante di faglia originato dalla distensione tettonica che, circa 1 milione di anni fa dette origine a una vasta depressione. Qui inizialmente si formò un lago che prosciugandosi nel corso dei millenni, con il depositarsi dei sedimenti più o meno grossolani, costituì l’attuale vasto piano, conosciuto oggi come Piana di Castelluccio, formata dal Pian Grande, dal Pian Piccolo e dal Pian Perduto che copre un’area di 15 chilometri quadrati.

Il Pian Grande, situato sulla strada che dal versante ovest, da Norcia raggiunge Castelluccio attraverso Forca Canapine, storico valico tra la Valnerina e la Valle del Tronto, tra l’Umbria e le Marche, tra il Tirreno e l’Adriatico, si estende per circa 7 km con una larghezza media di 3 km e un’altitudine che varia dai 1300 ai 1252 m e costituisce dopo la Piana del Fucino il maggior altipiano carsico in Italia.

Il Pian Grande è interessato da strutture carsiche conosciute dagli abitanti come fosso dei Mergani, (una fenditura lunga circa 1,5 km e profonda 20 m) che costituisce un profondo inghiottitoio che solca la piana principale e drena le acque meteoriche nelle falde idriche sotterranee, che riemergono circa 900 metri più a valle, vicino a Norcia.

Il Pian Piccolo è situato sulla strada che sale a Forca di Presta dove è presente una estesa faggeta chiamata Macchia Cavaliera, unico lembo delle faggete che ricoprivano interamente l’area, scampato alla distruzione per l’estendersi delle aree agricole e dei pascoli.

Il Pian Perduto è posto lungo la strada che sale sull’altipiano da Castelsantangelo sul Nera, il cui nome deriva dalla Battaglia che qui fu combattuta tra gli eserciti di Visso e Norcia per il dominio delle terre coltivabili. Qui è presente un laghetto denominato Stagno Rosso, il cui colore varia dal grigio al giallo e le sue acque, durante il periodo estivo, possono assumere un colore rosso-violaceo per la presenza dell’alga “Euglena sanguinea”, di colore verde in condizioni normali che muta però con il variare dell’intensità della luce e della temperatura.

Il borgo che sovrasta il Piano Grande è il paese di Castelluccio di Norcia, posto ad una altitudine di 1452 m s.l.m., data la sua posizione, qui si trovava un antico Castello che gravitava nell’orbita di Norcia, destinato al controllo dei pascoli, dei terreni coltivati e delle vie che mettevano in comunicazione la Valle del Tronto con quella del Nera.

Il nucleo attuale di Castelluccio, risale al XIII secolo, ma forse è anche più antico e prima di assumere l’attuale nome, era anche chiamato Castello dei Senari e Castel di Monte Precino, nome che può essere ricollegato alla parola “presa” (prato o pezzo di terreno) oppure ad “apricus” (soleggiato, esposto al sole).

Questo territorio, posto al confine tra le due città di Norcia e Visso fu sede di dure lotte che culminarono nella Battaglia del Pian Perduto del 19 luglio del 1522 che mise fine a secoli di scontri quando l’esercito di Norcia fu sconfitto da quello vissano nonostante la sua l’inferiorità numerica.

Ora il paese a seguito del terremoto del 30 ottobre 2016 è quasi completamente distrutto e disabitato ed il suolo si è abbassato di circa 70 cm.

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