RELAZIONE DELLA COMMISSIONE UE del 4 febbraio 2025

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO del 4 febbraio 2025

concernente l’attuazione della direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) e della direttiva sulle alluvioni (2007/60/CE)

Terzo ciclo di piani di gestione dei bacini idrografici

Secondo ciclo di piani di gestione del rischio di alluvioni

L’acqua è essenziale per la vita e di conseguenza per la nostra società ed economia. Tuttavia le risorse idriche dell’UE continuano a subire pressioni notevoli a causa della cattiva gestione strutturale, dell’uso non sostenibile del suolo, dei cambiamenti idromorfologici, dell’inquinamento, dei cambiamenti climatici, dell’aumento della domanda di acqua e dell’urbanizzazione. Come illustrato nella valutazione europea dei rischi climatici,1 i cambiamenti climatici stanno esacerbando queste pressioni e aumentando i rischi legati all’acqua, che si presentano sotto forma di periodi di siccità più frequenti o prolungati e di precipitazioni estreme che minacciano la sicurezza alimentare, la salute pubblica, gli ecosistemi, le infrastrutture e l’economia dell’Europa. Solo negli ultimi mesi l’Europa ha assistito nuovamente al forte impatto di eventi estremi legati all’acqua che hanno causato la tragica perdita di vite umane e danni per molti miliardi di euro. Nel 2024 si sono verificati periodi prolungati di siccità in diversi paesi mediterranei, in particolare l’Italia centrale e meridionale, la Spagna nordoccidentale e la Grecia, seguiti da gravi inondazioni che hanno colpito la maggior parte dell’Europa centrale e orientale, e successivamente anche Italia e Spagna.

La gestione sostenibile delle risorse idriche, sancita dalla direttiva quadro Acque2 e dalla direttiva Alluvioni3 dell’UE, è il fulcro della risposta alla triplice crisi planetaria dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento e svolge un ruolo centrale nel rafforzamento della resilienza dell’UE.

(…) gli orientamenti politici 2024 2029 per il prossimo collegio dei commissari hanno annunciato l’adozione di una nuova strategia europea sulla resilienza idrica volta a rafforzare la sicurezza idrica dell’Europa preservando la qualità e la quantità d’acqua all’interno e all’esterno dell’UE, rafforzando il vantaggio competitivo innovativo della nostra industria in questo settore e affrontando le cause profonde delle sfide, tra cui l’inquinamento, la perdita di biodiversità e gli effetti dei cambiamenti climatici.

(…)

Dato l’avvicinarsi del termine per il conseguimento di un buono stato per tutte le acque dell’UE, fissato al 2027 dalla direttiva quadro Acque, la presente relazione è anche l’occasione giusta per fare il punto della situazione sul campo e formulare raccomandazioni indirizzate agli Stati membri affinché si adoperino di più. Lo stesso vale per gli obiettivi di gestione del rischio di alluvioni ai sensi della direttiva Alluvioni, che sono più pertinenti che mai.

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La Commissione conclude che, sulla base dei dati relativi principalmente al periodo 2016 2021 comunicati nel terzo ciclo di piani di gestione dei bacini idrografici per il periodo 2022 2027, il 39,5 % dei corpi idrici superficiali in Europa sembra presentare un buono stato o potenziale ecologico. Questo dato è sostanzialmente uguale (39,1 %) a quello comunicato dagli stessi paesi nel secondo ciclo di piani di gestione dei bacini idrografici per il periodo 2016 2021, che ha utilizzato principalmente dati del periodo 2009 20152015, ed è in linea con le risultanze a norma della direttiva Nitrati, ossia che a livello di UE il 36 % dei fiumi, il 32 % dei laghi, il 31 % delle acque costiere, il 32 % delle acque di transizione e l 81 % delle acque marine sono eutrofici.

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Dalle informazioni fornite nel terzo ciclo di piani di gestione dei bacini idrografici emerge che nel 2021 soltanto il 26,8 % dei corpi idrici superficiali presentava un buono stato chimico, rispetto al 33,5 % del 2015. Ciò sembra evidenziare un deterioramento significativo.

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Per quanto concerne le acque superficiali, la mancanza significativa di conformità è imputabile in larga misura alle sostanze PBT ubiquitarie (“persistenti, bioaccumulabili e tossiche ubiquitarie” ndr). I composti più comuni di questo tipo sono il mercurio e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

Per quanto riguarda i corpi idrici sotterranei, nel 2021, sulla base delle informazioni fornite nel terzo ciclo di piani di gestione dei bacini idrografici, l’86 % dei corpi idrici sotterranei presentava un buono stato chimico. Si tratta di un lieve miglioramento rispetto all 82,2 % per lo stesso sottoinsieme di paesi registrato nel 2015.

Gli inquinanti più comunemente comunicati che determinano uno stato chimico scarso sono i nitrati provenienti principalmente dall’agricoltura e dall’allevamento intensivi attraverso l’uso improprio o eccessivo di fertilizzanti e liquami/letame, tutti contenenti azoto e fosforo.

Questa situazione si constata in 17 dei 20 Stati membri.

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Confrontando lo stato quantitativo delle acque sotterranee nel medesimo insieme di Stati membri, è incoraggiante osservare un lieve miglioramento: il 95 % dei corpi idrici sotterranei è stato comunicato presentare un buono stato nel periodo 2016 2021 rispetto al 92,4 % nel periodo 2009 2015. Dai dati comunicati emerge che la ricostituzione dei corpi idrici


  1. Agenzia europea dell’ambiente (AEA) (2024), European climate risk assessment . N. 1/2024, https://www.eea.europa.eu/publications/european climate risk assessment↩︎
  2. Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque (GU L 327 del 22.12.2000, pag. 1).↩︎
  3. Direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2 3 ottobre 2007, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni (GU L 288 del 6.11.2007, pag. 27).↩︎
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