L’Anaunia
L’Anaunia occupa il territorio dell’attuale Valle di Non, chiamata così dai Romani (Anaunia o Naunia). L’origine del nome è discussa; qualcuno lo fa derivare dalla popolazione veneta, di origine celtica, degli Anauni, che abitava l’area, detti Naunes, Nauni, e poi volgarmente denominati Nonesi. Il capoluogo della valle, chiamato Naunium o Anaunium, era ubicato forse nel sito dell’attuale Castel Nanno, posto sulla destra del fiume Noce. Proprio sincopando questi termini è probabile che sia nato il nome di Nan, da cui poi è derivato il primo nome di Valle di Nan, e in seguito, mutando la lettera a in o, quello di Valle di Non.
Geograficamente la valle di Non corrisponde al bacino idrografico del fiume Noce e dei suoi affluenti; si sviluppa da nord a sud per circa 35 chilometri di lunghezza e in alcuni punti ne ha 15 di larghezza. La valle è stata sagomata dai ghiacciai e poi dai corsi dʼacqua che hanno eroso la roccia creando dei canyon profondi come quello del rio Novella, che termina nel lago di Santa Giustina, creato con la diga sul Noce, e del rio Sass che, bloccato da una diga nel 1965, ha formato il lago Smeraldo. Un’altra forra notevole della valle è quella percorsa dal torrente S. Romedio che ne delimita la parte nord denominata localmente “Soratovo”.
La valle di Non è chiusa a nord-ovest dalla catena montuosa delle Maddalene, da cui nasce la Val di Sole, ad occidente dalle Dolomiti di Brenta, ad oriente dalla Val d’Adige e dal sottogruppo orientale dei Monti Anauni ed a sud dal massiccio della Paganella e dalla sella di Andalo. Nella valle si entra da nord dal Passo Tonale e dalla Val di Sole, da nord est dal valico della Mendola e dal passo delle Palade e da sud dalla Val d’Adige attraverso la gola della Rocchetta.
Il torrente Noce, che percorre la valle, è il maggiore affluente di destra dell’Adige. Lungo 79,5 km, nasce alle falde del Corno dei Tre Signori, nel gruppo montuoso dell’Ortles, a 2670 m, percorre con direzione E-NE la Val di Sole e dopo la strettoia di Cles si immette nel lago di Santa Giustina, che riceve anche il Rio Novella; poi con direzione S raggiunge l’Adige, in cui sfocia all’altezza di Mezzolombardo, nella piana Rotaliana, appena a nord di Trento.
Al tempo dei Romani l’Anaunia faceva parte della Rezia, un’area di transizione dove in un lontano passato si erano sovrapposte diverse popolazioni, prima pre-indoeuropee, quali appunto i Reti, stanziati tra il Norico e la Gallia, e gli Etruschi; successivamente genti di lingua indoeuropea, costituite da Illiri, Galli ed altri popoli celtici, che si sovrapposero e si mescolarono ai Reti
I Romani conquistarono la Rezia e la Vindelicia nel 15 a.C., con le campagne condotte da Druso Maggiore e Tiberio contro i popoli alpini. La popolazione degli Anauni fu aggregata (adtributa) da Augusto al municipium di Tridentum mantenendo però per essa la struttura tribale e non concedendogli la cittadinanza romana; fu invece inserita nel distretto militare affidato al comandante dell’esercito che avrebbe poi governato la futura provincia della Germania Superior.
Solo l’imperatore Claudio, con l’editto emanato nel 46 d.C. e riportato nella Tabula Clesiana, concesse agli Anauni, ai Sinduni ed ai Tulliassi, popoli stanziati probabilmente nei bacini del Noce e dell’Adige, la cittadinanza romana, iscrivendoli nella tribù di Trento, la Papiria.
Sempre sotto l’imperatore Claudio il distretto militare venne elevato a provincia, comprendendo anche le Alpi centro-occidentali, con il nome di Raetia, Vindelicia e Vallis Poenina, con capitale Camdodunum, vicino all’odierna Kempten, sostituita alla fine del I secolo d.C. da Augusta Vindelicorum, nome latino dell’odierna Augsburg, in Baviera.
Dopo le guerre del II secolo d.C contro le popolazioni germano-sarmatiche dell’Europa continentale., la provincia di Raetia passò sotto il governatore della provincia imperiale con capoluogo a Castra Regina (odierna Ratisbona). fortezza della legio III Italica.
Tra il 356 e il 358 gli Iutungi e gli Alamanni invasero la Rezia distruggendone la capitale.
A partire dalla conquista romana la regione aveva ospitato accanto agli antichi abitanti numerosi nuclei latini, composti sia da coloni che da militari. Successivamente iniziò la cristianizzazione della valle dove, nell’anno 397, è documentato il martirio di Sisinio, Martirio e Alessandro.
Essendo però la provincia collocata a ridosso del limes germanico-retico fu tra le prime a essere investita dalle invasioni barbariche e fin dal III secolo la penetrazione germanica fu intensa e portò alla germanizzazione dell’area posta a nord dello spartiacque alpino.