Il Campanile di Val Montanaia (2173 m)
Il Campanile di Val Montanaia è un obelisco di dolomia alto circa 250 metri con una base di 60 metri, situato nell’alta Val Cimoliana nel gruppo dolomitico dei Monfalconi di Montanaja/Spalti di Toro.
La Val Cimoliana è una vallata laterale della Val Cellina, nella quale oggi di fatto. viene compresa anche la valle del torrente Vajont con cui comunica attraverso il Passo di Sant’Osvaldo; sotto l’aspetto orografico essa separa a nord le Prealpi Carniche dalle Prealpi Bellunesi e confina a sud con il Cadore, a ovest con la Val Settimana e ad est con la Carnia.
Il Campanile, che appare oggi spettacolare, collocato al centro di un meraviglioso catino dolomitico e completamente separato quindi dalle altre pareti che lo circondano, non è solo magnifico da ammirare perché imponente e maestoso, ma costituisce nel suo insieme un geosito pienamente e perfettamente rappresentativo della morfologia dell’area “dolomitica”, di cui racconta la storia geologica e che con le sue costruzioni straordinarie, risultato dei fenomeni avvenuti in passato, permette di prendere coscienza dei processi naturali che nel tempo le hanno modellate.
Tali strutture rocciose mostrano la loro formazione iniziale quando, durante il periodo triassico superiore, circa 250 milioni di anni fa, quest’area era coperta da un mare tropicale ed esse si originarono grazie ai sedimenti accumulati sul fondo di quel mare, che nel corso di millenni si trasformarono in rocce
Le stesse formazioni manifestano la successiva ristrutturazione degli affioramenti rocciosi originari, costituiti dalla Dolomia Principale, ristrutturazione prodotta dai movimenti tettonici di origine endogena che li coinvolse in un importante sovrascorrimento e che determinò il loro spostamento sopra le rocce più recenti, frantumandole e generando notevoli depositi di detriti, che li hanno deformati, fratturandoli, dislocandoli e ripiegandoli, originando così le montagne e le valli che caratterizzano il paesaggio dolomitico.
Tali formazioni infine rivelano i cambiamenti prodotti durante la glaciazione quando, grazie all’erosione attuata dai ghiacciai che avevano colmato completamente le valli, favorita anche dalle numerose faglie, le rocce furono disgregate e i detriti prodotti furono poi rapidamente asportati dalla superficie rocciosa ad opera del vento, delle acque e del ghiaccio.
Proprio queste azioni nel tempo hanno modellato il paesaggio che oggi appare caratterizzato da pareti verticali, conoidi detritici, pinnacoli, torri e avvallamenti che hanno separato e lasciato isolato il Campanile di Valmontanaia al centro del grandioso anfiteatro, conferendo la forma attuale a questa vallata come a tutto il territorio dolomitico.
Per avvicinarsi alla base del “Campanile” il percorso più agevole è la strada asfaltata che parte dall’abitato di Cimolais, costeggia il torrente omonimo e risale la Val Cimoliana, la quale, inizialmente stretta, si allarga poi con il greto del fiume, aumentando la pendenza nel tratto finale per raggiungere gli oltre 1000 metri di quota.
Al termine della strada si traversa l’alveo del torrente e con una scalinata si sale al rifugio Pordenone; da qui il sentiero CAI 353, passando prima in un bosco di faggi e quindi sul greto roccioso, entra nella Val Montanaia, e, transitando sotto le pareti dell’Anticima Meluzzo e lungo le ripide ghiaie, risale fino alla base del Campanile.
Poiché l’acqua e l’erosione creano nella ghiaia friabile e franosa molteplici percorsi che mutano a seguito degli eventi metereologici, non c’è una sola via da seguire, ma, cambiando spesso il lato di salita, orientandosi con gli ometti e i segnavia dipinti sui massi e risalendo verso Nord, a circa metà della salita appare il Campanile.
Finito il ghiaione, cominciano i primi prati verdi e, continuando ancora verso nord su terreno detritico, dopo circa due ore e mezzo di faticosa salita (3 km all’andata, con 970 m di dislivello) si arriva alla base del Campanile, che con un’arrampicata ardita e rischiosa fu scalato per la prima volta nel 1902.
Sulla sommità del Campanile il 19 settembre 1926 fu collocata una campana di bronzo, poi danneggiata da un fulmine e sostituita, sulla quale è inciso il motto Audentis resonant per me loca muta triumpho (Il trionfo dell’audace echeggia nei luoghi silenziosi per mezzo mio).
Passando invece sotto il Campanile, dopo l’attacco della via normale per la cima, a quota m 2060, si giunge al Bivacco Perugini, una piccola costruzione metallica da dove camminando ancora in salita si raggiunge la Forcella Montanaia a m 2333: ed ecco aprirsi un meraviglioso panorama sia sulla vicina Cridola, sia sui gruppi più distanti del Popera, dell’Antelao e del Pelmo.
Proseguendo da qui per i Cadin d’Arade, si incontra il sentiero 342 proveniente dalla forcella Monfalcon di Forni, che permette di scendere sull’altro versante e raggiungere il Rifugio Padova, posto a 1267 metri ai piedi della catena dei Monfalconi e Spalti di Toro, sul fondo della valle del Rio Talagona. Il rifugio è collegato da una strada carrozzabile asfaltata a Domegge di Cadore e…al resto del mondo.